Dalla marina alla montagna: il primo trekking a Zambrone è una vera meraviglia

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Panoramico, vario, adatto a tutti ma allo stesso tempo avventuroso, un giro sorprendente tra le tante facce delle nostra terra, tutte diverse tutte affascinanti.
Abbiamo percorso il primo trekking creato qui a Zambrone, dai volontari dall’associazione MareVitae (https://www.facebook.com/marevitaeass/), e ce ne siamo innamorati e ve lo vogliamo raccontare.

La partenza, in salita, è subito panoramica: incredibile come poche decine di metri di altezza cambino così tanto il punto di vista sulla nostra costa. Si vede chiaramente la spiaggia del nostro Sambalon, ma anche il promontorio della Marinella di Zambrone, il faraglione di Parghelia, che noi chiamiamo La Pizzuta, e ovviamente Tropea e inutile dirlo:
Stromboli, il vulcano onnipresente dei nostri tramonti, e le altre Isole Eolie accanto.

Quasi subito si entra nel bosco, all’ombra, e si percorre un bellissimo tratto con qualche passo più impegnativo, tra affacci panoramici e fitta vegetazione. Si arriva a Zambrone dove si può ammirare il “Calvario” e le sue sculture di valore, proprio di fronte ad un albero di ulivo talmente grande che non bastano 4 persone per abbracciarlo tutto.

Il percorso continua e diventa agricolo, l’anima contadina del nostro territorio. Uliveti, vigne, e coltivazioni di cipolla rossa di Tropea. Il profumo del nostro oro rosso ci riempie le narici, e la vista affacciata sulla costa ci fa capire quanto questa famosa cipolla sia un prodotto a metà strada tra la montagna e il mare.

Quasi a metà percorso ci aspetta una sorpresa: al centro di una radura fiorita, in perfetta armonia con la natura circostante, visitiamo un edificio storico appartenente all’antica tradizione contadina completamente edificato con mattoni di terra e paglia in ottimo stato di conservazione. Una vera e propria finestra sul nostro passato.

Ma le meraviglia non finiscono qui: risalendo i corsi d’acqua, tra le rovine dei mulini, ci troviamo a camminare in un ambiente completamente diverso, quasi una foresta selvaggia, tra enormi querce, immersi nei suoni degli uccelli che la abitano. Si fa fatica a credere che a pochi chilometri, più in basso, c’è il nostro ombrellone e il mare a cui siamo abituati.

In un uliveto le nostre guide ci fanno scoprire un albero immenso, che la sorte ha fatto crescere in orizzontale, quasi a formare un ponte tra una sponda e l’altra di un ampio fossato. Una pausa qui è d’obbligo, ad ammirare con rispetto questo gigante rappresenta la forza del nostro territorio.

Continuiamo il nostro giro ad anello, riprendendo la via che scende e torna verso le spiagge della marina. La borraccia dell’acqua ormai è vuota, ma nello zaino ci portiamo giù la sensazione di aver conosciuto un lato della nostra terra meravigliosamente selvaggio e inaspettato che restituisce a chi la visita il senso di una bellezza complessa fatta di natura, storia, sapori e tradizioni.